Como, “isolata o vaccinata”: polemiche per la campagna pro vax dei medici. Era questo il titolo di un articolo pubblicato da Repubblica il 15 novembre 2018 e ripreso da altre testate del mainstream. Sotto accusa non erano finiti i No Vax ma i Pro Vax ossia i membri dell’Ordine provinciale dei medici e degli odontoiatri che avevano promosso una campagna pro vaccini che aveva suscitato grande indignazione essendo risultata discriminatoria, razzista e anche una incitazione al bullismo.
Qualcuno lo definì perfino nazista. Ma coloro che contestavano il contenuto di quello slogan non vennero definiti NO VAX bensì gruppi in difesa delle discriminazioni e contro il bullismo.
Tre anni dopo, strumentalizzando l’emergenza sanitaria, proprio il contenuto di quello slogan sta trovando piena realizzazione nel silenzio generale. Il Green Pass, infatti, veicola indirettamente proprio quel messaggio. Ce ne accorgeremo a settembre quando le scuole riapriranno e tanti ragazzi (in età da vaccino) sprovvisti di Green Pass saranno costretti a fare le lezioni in DAD o ancora peggio a farle in presenza ma subendo discriminazioni e allontanamenti.
Oggi però a quanto pare nessuno si indigna. Anzi tornano a questo proposito le recenti dichiarazioni di Carlo Freccero:
“Questa adesione acritica da parte dei cittadini è per certi versi più inquietante dell’autoritarismo del governo. È un indice inequivocabile che i meccanismi dell’autoritarismo sono già stati introiettati da tutti noi come naturali e che appartengono ormai alla quotidianità e al nostro futuro”.
Nessuno, infatti, parla più di discriminazione, nessuno parla di incitazione al bullismo. Eppure il risultato del Green Pass obbligatorio o le pressioni sulla campagna di vaccinazione anche per i più giovani, stanno avendo esattamente lo stesso effetto descritto nello slogan del 2018, quello che fu descritto nel peggiore dei modi e che suscitò indignazione generale.
La differenza è solo che questa volta sono stati meno diretti. Hanno fatto ricorso alla tecnica della “Rana Bollita” tanto cara al vero potere. Quella che prevede di cuocere la preda a fuoco lento. Così quando la rana avrà raggiunto la consapevolezza di quello che sta accadendo, sarà troppo tardi per saltare fuori dalla pentola e finirà bollita. Per lo stesso principio i ragazzi (e non solo)a partire da agosto 2021 si troveranno Vaccinati o Isolati, Discriminati, Bullizzati.
Eppure questa volta è proprio il tema della discriminazione a fornirci gli strumenti per affossare sul nascere il decreto che istituisce il Green Pass.
“Ce lo chiede l’Europa” quante volte abbiamo sentito ripetere questo mantra per giustificare l’adozione di misure economiche fortemente contrarie agli interessi del nostro paese. Quante volte abbiamo visto i nostri politici alzare le mani in segno di remissione davanti ad un diktat europeo; quante volte hanno fatto spallucce per dire che non potevano farci nulla perché era l’Europa a pretenderlo e non conveniva contraddire l’UE. Anzi ci hanno sempre detto che bisogna aspirare al “più Europa” anche al costo di abdicare alle prerogative legislative sovrane.
Ora però, questi mantra si stanno ritorcendo contro di loro. Sarà per la legge del contrappasso o per quella che prevede che “chi di spada ferisce di spada perisce”, ci troviamo difronte al regolamento numero 953 del 2021 dell’Unione Europea che stabilisce che “gli stati devono tassativamente evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate”. E non ci può essere alcun dubbio circa la natura palesemente discriminatoria e quindi in violazione del regolamento 953 del 2021 delle prescrizioni contenute nel recentissimo decreto che istituisce il Green Pass.
In pratica questa tessera verde può essere rinnegata e indovinate perché: CE LO CHIEDE L’EUROPA. Ebbene Sì, ce lo chiede l’Europa. Vogliamo infischiarcene? Vogliamo dire all’Europa che non deve mettere bocca nelle regole nazionali soprattutto quando le regole europee, se applicate, non tutelerebbero gli interessi dei cittadini italiani? Con me sfondate una porta aperta se decidete di andare contro l’UE in nome della nostra autodeterminazione. Però questo deve valere anche per i parametri di Maastricht; per i regolamenti che scaturiscono dal trattato di Lisbona; dall’applicazione del Fiscal Compact, o da quelli che in passato hanno imposto il Bail in per le banche; addirittura il principio dovrebbe valere anche per quelle regole che vietano emissioni monetarie nazionali.
Come sappiamo anche gli orologi rotti segnano l’ora esatta due volte al giorno. Credo che questo sia proprio il momento giusto per fare appello al “Ce lo chiede l’Europa” e contestare qualsiasi divieto imposto in Italia a chi non è munito di Green Pass anche con una Class Action che faccia appello al fatto che il regolamento europeo su questo tema dice chiaramente che “non deve essere discriminato neanche chi il vaccino ha deciso di non farlo”.
Dobbiamo solo agire. Lo strumento l’abbiamo trovato.
Francesco Amodeo
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