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Le mani di BlackRock sull’Ucraina.

Zelensky cederà definitivamente la sovranità nazionale
alle lobby della finanza internazionale

 

Gli investitori sono pronti a inondare di denaro l’Ucraina dopo la guerra
con la Russia. Queste le parole di Larry Fink, amministratore delegato
del colosso finanziario BlackRock, pronunciate giovedì 19 gennaio
durante la riunione del World Economic Forum di quest’anno.
La riunione si tiene come di consuetudine, a Davos, in Svizzera e, come
membri, comprende numerose figure di spicco della finanza mondiale,
oltre a vari capi di stato e ministri delle finanze. Essa ha lo scopo di
riunire personaggi dell’élite per discutere i futuri scenari economici che si
prospettano e i cambiamenti sociali ad essi correlati.
L’incontro di quest’anno verte essenzialmente su quello che sta
accadendo ormai da un anno in Ucraina e sulla necessità di ribadire il
modello unipolare mondiale alla guida degli Stati Uniti e della NATO.
In particolare, i colossi finanziari come BlackRock sono pronti a investire
ingenti somme di denaro per la ricostruzione del Paese e deciderne i
futuri scenari sulla base degli accordi stipulati tra il presidente ucraino
Volodymyr Zelensky e il CEO di BlackRock Larry Fink.
Le dichiarazioni di Fink al forum di Davos (come riportato anche in un
articolo del Sole 24 Ore e L’Indipendente) non lasciano dubbi sul fatto
che sull’Ucraina si giocherà il futuro di una ridistribuzione dei poteri per
un Nuovo Ordine Mondiale. Egli infatti afferma che il Paese possa
diventare “un faro per il resto del mondo del potere del capitalismo”. Se
la guerra finisse “relativamente presto” – ha stimato Fink – “il fabbisogno
finanziario per la ricostruzione e gli aiuti al Paese ammonterebbe a 750
miliardi di dollari. “Chi crede veramente al sistema capitalista inonderà
l’Ucraina di capitali” – e ha aggiunto – “Non sto parlando di filantropia,
che pure ci sarà. Sto davvero parlando del fatto che se si vuole
ricostruire l’Ucraina, questo può diventare un faro per il resto del mondo
del potere del capitalismo”.
Fink ha infatti confermato di aver discusso già in precedenza con il
presidente Zelensky sulla situazione dell’Ucraina post-bellica e
dell’interesse di BlackRock per la ricostruzione.

Secondo le dichiarazioni rilasciate dall’ufficio presidenziale ucraino
mercoledì 28 dicembre 2022, si evince infatti che la società di
investimenti Blackrock, già da inizio anno, aveva stipulato accordi
finanziari sui fondi di investimento per ricostruire il Paese martoriato
dalla guerra. Il testo recita: “In conformità con gli accordi preliminari
raggiunti all’inizio di quest’anno tra il capo dello Stato e Larry Fink, il
team di BlackRock ha lavorato per diversi mesi su un progetto per
consigliare il governo ucraino su come strutturare i fondi per la
ricostruzione del Paese” sottolineando che “Volodymyr Zelensky e Larry
Fink hanno concordato di concentrarsi a breve termine sul
coordinamento degli sforzi di tutti i potenziali investitori e partecipanti alla
ricostruzione del nostro Paese, incanalando gli investimenti nei settori
più rilevanti e di impatto dell’economia ucraina”.
Queste tematiche erano già state ampiamente discusse anche durante
la Ukraine Recovery Conference 2022, tenutasi il 4 e 5 luglio a Lugano
che vedeva come partecipanti 19 organizzazioni internazionali e 41
paesi, con lo scopo prestare 750 miliardi di dollari per la ricostruzione
dello stato ucraino. Secondo gli accordi però si prevede che in cambio di
prestiti Kiev ceda e privatizzi gran parte del sistema industriale pubblico
dell’Ucraina, consegnandolo quindi nelle mani di BlackRock.
La società, il 16 novembre, ha raggiunto un’intesa con Kiev, siglando un
memorandum che sottolinea la cooperazione con l’Ucraina per
monitorare l’andamento del processo di privatizzazione.
E’ dunque logico capire perché gli argomenti presenti al tavolo del WEF
siano incentrati principalmente sulla gestione della crisi ucraina.
L’Occidente farà di tutto per mantenere la leadership unipolare a guida
americana, tentando di isolare la Russia.
Oltre al danno anche la beffa: avendo già operato per trascinare
l’Ucraina in uno stato di crisi sociale e tensioni e avendo quindi di
conseguenza indotto Putin a compiere il seppur folle, ma inevitabile atto
di invasione del Paese, Stati Uniti, NATO, Unione Europea e sfere
dell’alta finanza sono pronti a banchettare sulle ceneri di un paese
martoriato dalla guerra che ora si dovrà trovare a fare i conti con la
svendita del settore pubblico nelle mani della finanza internazionale.

Riccardo Fiore

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