Sei in campo come giornalista libero da oltre 15 anni, la maggior parte delle tue inchieste sono incentrate proprio sul mondo politico. Com’è possibile che tu non ti sia mai candidato prima e perché hai deciso di farlo adesso?
In 15 anni di attività, grazie al consenso riscosso dalle mie inchieste sul web e nelle piazze, ho avuto proposte politiche dai principali partiti di governo e opposizione, alcune molto lusinghiere, altre che mi avrebbero condotto dritto in parlamento.
Perchè allora hai accettato solo adesso la sfida più difficile con lo scoglio delle firme e della soglia di sbarramento?
Per diversi motivi.
Partiamo dal primo.
Il primo è che mai come adesso nella storia degli ultimi decenni il sistema che io denuncio da sempre ha compresso i diritti e le libertà dei cittadini. Siamo passati dalla lotta per la riconquista della sovranità politica e monetaria alla perdita quasi della sovranità sul nostro stesso corpo. Certi poteri hanno accelerato in maniera improvvisa e spietata l’implementazione della propria agenda approfittando del fatto che non esiste alcuna opposizione ad essa. Si sono serviti di governi da essi eterodiretti, formati da maggioranze allargate a tutti i partiti, senza nessuno che monitorasse il loro operato, opponendosi o denunciando certe decisioni. L’unico partito che avrebbe dovuto far parte dell’opposizione, aveva i principali alleati al governo ed erano gli stessi con cui sapeva che avrebbe governato in futuro. Una distorsione della democrazia senza precedenti. Che ne cancella i principi fondamentali. Una democrazia senza opposizione è un regime.
In effetti. Un regime mascherato.
E quando sei costretto a contrastare un regime, devi dimenticarti che possa esserci divisione dei ruoli. Non ci può essere il giornalista che fa denunce sul web, il leader che organizza proteste nelle piazze ed il parlamentare che prepara interrogazioni alla Camera. I ruoli devono integrarsi, queste figure devono scendere insieme in trincea. Se c’è un leader di piazza che potrebbe avere il carisma e la notorietà per entrare in parlamento deve mettere le sue doti a favore della causa. Se c’è un giornalista che ha il carisma per guidare le piazze, deve posare la penna e prendere il megafono. In guerra vince la strategia. E la strategia prevede di il riposizionamento dei soldati migliori e la scelta dei generali non in base all’anzianità o alle idee ma in base all’abilità di farsi riconoscere come tali dai soldati, indicando la strategia da seguire. Non sempre il generale è quello che ci piace più ma è indispensabile che in guerra sia quello capace di muovere e coordinare al meglio il maggior numero di soldati.
La metafora è chiara ma come la relazioni alla tua scelta?
Mi sono reso conto che in questo momento, con le elezioni piombate all’improvviso, il mio ruolo era più strategico in un’altra “casella”. Il mondo antisistema, in questo particolare momento e fino al 25 settembre, più che di informazioni avrà bisogno di figure di riferimento a cui affidarsi per tornare a votare. Ha bisogno di garanti all’interno dei partiti. E la garanzia non te la può dare chi in campagna elettorale ti racconta quello che intende fare a partire dal 26 settembre. La garanzia te la può dare solo chi ha la possibilità di dimostrare cosa ha già fatto per la causa. Per questo ho ritenuto di poter essere più utile in questa veste. Non mi sono mai candidato prima. Ho sempre contrastato il sistema rischiando sulla mia stessa pelle, ci ho sempre messo la faccia. Vivo una situazione economica precaria a causa delle scomode scelte che ho fatto, nonostante io sia iscritto ad un albo professionale ed abbia realizzato inchieste spesso uniche nel loro genere che hanno raggiunto milioni di persone. Ma non ho mai accettato alcun compromesso. Se ogni fine mese riesco a far quadrare i conti, vuol dire che anche quel mese i miei lettori hanno avuto fiducia in me ed hanno scelto di sostenermi. Ho basato tutta la mia vita su un patto fiduciario con chi mi segue. Oggi la vera catastrofe che dobbiamo scongiurare è l’astensione al voto da parte del mondo antisistema. Quello è il rischio che stiamo correndo come mai prima.
Sei contrario quindi ai colleghi che stanno facendo appello al NON VOTO? Sono in tanti nel mondo anti sistema.
Il non voto non è sbagliato nel merito ma nella sostanza. Nel merito è giusto opporsi ad un sistema che non ci rappresenta, rifiutandoci di sottostare a regole che sappiamo essere falsate. Ma nella sostanza non abbiamo i numeri per colpire quel sistema con l’arma dell’astensionismo. Per assurdo l’astensione andrebbe a svuotare completamente soltanto il “contenitore” antisistema rafforzando e legittimando il sistema stesso. E’ fondamentale capire che bisogna parametrare le nostre azioni in base a quelli che sono i numeri a disposizione. Se nessuno andasse a votare il sistema imploderebbe. Ma sappiamo che non è realistico. Abbiamo il termometro che misura le percentuali delle forze antisistema, attraverso i sondaggi e dall’analisi del voto alle amministrative che ci dimostra che l’astensionismo sarebbe una misura dannosissima in quanto minerebbe soltanto la nostra rappresentanza in parlamento, ma non darebbe alcuno scossone al sistema. Se in troppi non lo hanno capito. Bisogna scendere in campo e gridarlo nelle piazze. Anche se su questa questione c’è molta malafede. Quelli che invitano all’astensionismo sono per la maggior parte quelli che non hanno avuto un posto nelle liste dopo averlo cercato affannosamente.
Non temi di aver interrotto il patto fiduciario con i tuoi lettori accettando una candidatura?
Un patto fiduciario viene interrotto quando viene tradita la fiducia. Io ho accettato la candidatura in un partito che si chiama ITALEXIT che è la cristallizzazione politica della mia inchiesta La Matrix Europea che mette al centro il NO alla moneta unica intesa come strumento finanziario di distruzione delle economie; il NO a questa Unione Europea oligarchica e antidemocratica, il NO alla NATO come agente provocatore di guerre. E mi permetto di aggiungere il NO alle misure liberticide come Green Pass e obbligo vaccinale. Tutto coerente con le mie battaglie. Non ho accettato una candidatura di comodo con un partito di sistema o di finta opposizione, perché quello sì che avrebbe configurato il tradimento della fiducia da parte mia. Ho ritenuto opportuno scendere in campo, come tanti altri colleghi, che hanno raggiunto la consapevolezza che solo personaggi esterni ai partiti (anche a quelli nuovi), potevano convincere gli scettici e gli sfiduciati a non cedere al NON VOTO. I nuovi partiti antisistema, che più di tutti pagano lo scotto della truffa a Cinquestelle subita dai cittadini, avevano bisogno di garanti esterni per riconquistare un elettorato disilluso.
E se anche questi partiti dovessero tradire le promesse fatte?
In quel caso dall’interno sarei il primo ad accorgermene.
Non temi che quella di ITALEXIT possa essere una operazione di gate-keeping come quella che ha caratterizzato il Movimento Cinquestelle?
Se così fosse. Sarebbe una operazione destinata al fallimento.
Spiegati meglio:
Le operazioni di gate-keeping sono molto complesse, nonostante quell’inglesismo sia tremendamente abusato, soprattutto sul web. Per essere portate a termine, devono seguire un copione ben preciso e rispettare alcune regole fondamentali. La prima regola ha a che fare con la base del partito. I militanti non devono essere formati ed informati su quelle che sono le dinamiche del sistema che dovranno andare inconsapevolmente a sostenere. E’ importante che non abbiano ricevuto in precedenza gli strumenti per riconoscere il vero potere, né per capire come agisce e che strumenti utilizza. La base di un movimento nato per operazioni di gate-keeping deve essere portata a credere che il nemico principale, responsabile dei problemi del paese, sia il politico che ruba, quello che usa impropriamente l’auto blu, quello che ha ottenuto il vitalizio troppo alto; quello che bara sui rimborsi. Le cause del tracollo del paese devono essere attribuite a fenomeni come quello della corruzione, della spesa pubblica improduttiva. La base degli elettori deve essere portata a credere che stiamo pagando lo scotto di aver vissuto in passato al di sopra delle nostre possibilità. E che il mostro esterno che impedisce ogni sviluppo del paese sia il debito pubblico.
Non è così?
Ovviamente tutte le cose che ho elencato rappresentano dei reali problemi, ma non vanno confuse con le vere cause della crisi in quanto nascondono le responsabilità ed il ruolo del vero potere. Quello che ha preso in mano le redini dei governi, quello che ha esautorato il parlamento; quello che ci costringe a bruciare decine e decine di miliardi di euro sull’altare della finanza speculativa, quello che ci costringere a cedere sovranità e soprattutto ad utilizzare una moneta che non possiamo controllare. Tutti questi meccanismi devono rimanere ignoti alla base di un movimento creato come contenitore del dissenso. Così che quella base possa poi ritenere un successo l’aver tagliato i parlamentari, ossia il ramo su cui sono seduti i principi democratici. Esulterà per la riduzione dei vitalizi e per la diminuzione del numero di autoblu. Gli verrà fatto credere che la povertà sia stata abolita grazie ad una mancetta concessa al popolo dal sistema stesso per autoperpetuarsi. Tutto quello che abbiamo visto accadere con il Movimento Cinquestelle.
Perchè pensi che questo non possa ripetersi con ITALEXIT?
Perchè un partito che si chiama ITALEXIT ha già nel nome e nel logo gli estremi della denuncia del Cartello finanziario internazionale. Va a colpire dritto al cuore del sistema mettendo in discussione le sue armi principali: il monopolio della moneta; la sua emissione a debito; il controllo della stessa da parte di una ristretta élite finanziaria. ITALEXIT vuol dire mettere in discussione quello che io ne La Matrix Europea definisco il quartier generale del Cartello finanziario internazionale ossia l’Unione Europea. La base di ITALEXIT, fin dalle sue origini, è stata formata su questi temi. Io stesso ho tenuto decine di convegni sulla Matrix Europea nei loro circoli. I leader Cinquestelle, invece, non me lo hanno mai permesso in passato. Nel 2014 dopo una mia Lettera a Casaleggio diventata virale sul web, in cui chiedevo al guru del movimento come mai non raccontasse certe dinamiche alla sua base, fui allontanato da tutti i circoli. E fu dato l’obbligo ai militanti di non invitarmi più. Carlo Sibilia attuale Sottosegretario all’interno del Movimento Cinquestelle, che ha tradito tutti i propri ideali integrandosi nel sistema, nel 2013 presentava il mio libro “Azzannate le Iene” e mi ringraziava pubblicamente , non gli fu più permesso di fare convegni con me. Nel 2014 diversi parlamentari grillini mi raggiunsero a Copenaghen dove stavo preparando il Reportage sul Bilderberg 2014. Subito dopo furono costretti a smetterla di trattare certi argomenti o addirittura allontanati. La base doveva rimanere inconsapevole di certe dinamiche su imposizione dei leader. Con ITALEXIT succede esattamente il contrario. La base viene formata anche da relatori esterni, su quelli che sono i meccanismi del potere. E molti di quei relatori esterni, che si sono distinti per le proprie battaglie contro il vero potere, sono stati candidati, altro che allontanati dal partito. E questo introduce il secondo ingrediente indispensabile per una operazione di gate-keeping di successo.
Di cosa si tratta?
Della classe dirigente del partito che deve essere totalmente inconsapevole del ruolo che andrà a svolgere a supporto del sistema che pensa di combattere. Bisogna scegliere tutte persone che non siano in grado di riconoscere i burattinai dell’operazione a cui si sono inconsapevolmente prestati. Devono essere persone che non provengano da ambienti antisistema. Devono aver fatto tutt’altro nella vita. Il bibitaro, il Dj; l’animatore; il professore di scuola. Tutti lavori ovviamente dignitosissimi ma lontani dagli scenari del vero potere. L’obiettivo è quello di dare l’impressione che “uno vale uno”, e che in parlamento arrivino persone comuni senza alcuna formazione e competenza e bisogna far credere che questo sia un valore aggiunto piuttosto che un limite enorme. Persone che non potrebbero mai riconoscere e quindi denunciare i meccanismi del potere. Meglio poi se ad emergere saranno persone che non hanno un’alternativa professionale. Persone che non sarebbero mai disposte a correre il rischio di interrompere il loro mandato parlamentare accettando di tornare alla vita di prima e che piuttosto accetterebbero di cambiare casacche e di appoggiare qualsiasi altra maggioranza gli possa garantire la continuità.
E’ esattamente quello che è accaduto con il Movimento Cinquestelle. Con ITALEXIT non pensi che possa essere così?
ITALEXIT ha appositamente selezionato e candidato i maggiori esperti delle dinamiche del vero potere in tutti i principali ambiti, da autori di inchieste contro il sistema (come il sottoscritto), a medici che hanno denunciato le incongruenze e la pericolosità di questi “vaccini” anti covid, come Giovanni Frajese, ma anche leader di piazza come i portuali di Trieste; medici e vicequestori sospesi. Sarebbe folle pensare di poter realizzare una operazione di gate-keeping con una base completamente formata sui meccanismi del potere e con dei candidati che hanno basato tutta la propria attività sulla denuncia degli stessi. si verrebbe smascherati in un attimo e a quel punto gli eletti avrebbero più interesse a denunciare la cosa e a lasciare il partito che a rimanere aggrappati alla poltrona, dato che la loro forza e la loro professione si basa tutta sulla credibilità conquistata con anni di lavoro e sacrifici. Non avrebbe alcuna possibilità di successo una operazione di gate-keeping con questi presupposti. La base si svuoterebbe al primo passo falso.
Mi rendo conto, ma è anche vero che il diavolo si nasconde nei dettagli. Hai visto il video di Luca Donadel? pare che un socio di Paragone avesse avuto rapporti con organizzazioni i cui interessi sono in pieno contrasto con le battaglie del partito.
Certo. Me lo hanno inviato in tantissimi anche se già lo avevo visionato con attenzione tempo prima. Ringrazio chi l’ha fatto con l’intenzione di mettermi in guardia sulla mia candidatura. È anche quella una prova di affetto. Apprezzo meno chi lo ha fatto in maniera pretestuosa. Il video è ben fatto. Mi è stato utile. Un giornalismo pulito. Da una parte i fatti, dall’altra le prove. Così come io ho sempre abituato i miei lettori. Il collega a dire il vero non trae conclusioni. Quello lo hanno fatto gli altri, sovradimensionando la reazione a mio parere in maniera spropositata e sulla base di un sillogismo che non può assolutamente essere considerato come la “pistola fumante”.
Hai fatto le tue ricerche?
Certo. E’ stato ovviamente un campanello d’allarme e non potevo correre rischi. Prima di accettare la candidatura ho fatto le mie verifiche. Ma non ho trovato alcun legame diretto tra Paragone e Soros. Non ho trovato alcun legame diretto tra Soros e Italexit. Non ho trovato alcun legame diretto tra la Open Society e Italexit. Il “controverso” socio di Paragone non è inserito in alcuna lista di organizzazioni internazionali. Non è nel Bilderberg. Non è nella Trilaterale. Non è nell’Aspen. Non è nel CFR; non è neanche nella lista che venne resa nota dei referenti italiani di Soros. Non risulta vicino alla massoneria deviata. E’ un businessman e come tale investe in diversi settori, spesso anche in contraddizione tra loro. Quindi il suo nome compare sia vicino ad Italexit (che si prefigge di combattere i piani dei globalisti alla Soros) sia in quelle iniziative che ha mostrato Donadel su ONG e immigrazione nelle quali compare anche il nome della Open Society.
Quindi confermi questi aneddoti?
Certo. Bisogna però tener presente che tutti i business che hanno a che fare con l’immigrazione si incrociano in qualche modo con la Open Society che ha ramificazioni ovunque. Una sorta di multinazionale tentacolare. Donadel ha tirato fuori delle incongruenze che hanno accesso campanelli d’allarme ed è giusto che il giornalismo funga sempre da cane da guardia. Purché quei cani non partano ringhiosi prima di capire se fuori al cancello c’è un ladro armato o un postino, come hanno fatto ingiustificatamente in molti. Al momento non c’è proprio nulla che possa destare serie preoccupazioni. Soprattutto perché l’intero programma di ITALEXIT è contrario agli interessi di quelli come Soros, e gli stessi candidati esterni alle elezioni (me compreso) sono stati scelti tra quelli che più di tutti si sono opposti ai piani dei globalisti (io alle malefatte di Soros nella mia ultima inchiesta Perché il conflitto è NATO dedico diversi capitoli) eppure sono capolista ITALEXIT alla Camera in due dei principali collegi, ed ho carta bianca sulle mie denunce. Siamo difronte ad una questione che è giusto tenere sotto controllo. Ma non c’è assolutamente nulla che possa spingerci a non sostenere il progetto Italexit e l’incredibile squadra che abbiamo formato (Amodeo, Frajese, Stramezzi, Marione, Mori, Schirillo’, Puzzer, Trabucco, Bianchini e tanti altri). Se questa squadra perdesse consensi a causa di certe illazioni, andrebbe per assurdo a tutto vantaggio proprio degli interessi di quelli come Soros. Ovviamente non pretendo di avere la verità in tasca.
Eppure in tanti continuano ad essere scettici e forse non andranno a votare.
Questo è veramente assurdo. Un paradosso se ci pensi: per paura che ci sia qualche possibilità che il sistema abbia organizzato una operazione di gate-keeping per i propri interessi e per ostacolare il fronte antisistema, si appellano al Non Voto che di fatto quel fronte antisistema lo svuoterebbe completamente. Stanno in pratica gettando il bambino con l’acqua sporca, per una remota possibilità che quell’acqua sia sporca davvero.
E l’uscita di Alternativa di Cabras all’ultimo minuto?
Lasciamo stare. Quelli per esempio hanno dimostrato di essere l’acqua sporca. Il loro piano era quello di sfruttare il simbolo di Italexit per superare la soglia di sbarramento ma avevano già pianificato la loro successiva fuoriuscita dal partito una volta eletti, utilizzando qualche stupido pretesto. Gianluigi Paragone ha capito il piano ed ha tenuto il punto su alcune questioni costringendoli a gettare la maschera prima che fosse troppo tardi. Il loro obiettivo era evidentemente quello di interrompere la coalizione quando ormai era troppo tardi per rimediare. Qualche notizia deve essere filtrata e Paragone ha agito con tempestività.
E la questione dei candidati di Casapound?
Ridicola. Cabras in versione Calenda o Letta che grida al pericolo neofascista è veramente ridicolo. Oltretutto i leader di Alternativa avevano visionato le liste prima di fare la conferenza stampa ed annunciare la fusione dei due simboli, non è che quei nomi siano stati aggiunti in un secondo momento, il che avrebbe giustificato in parte la reazione avuta. Loro hanno annunciato l’alleanza con Italexit su quelle specifiche liste e con quelle candidature. Non possono andargli strette a 10 giorni dalla consegna delle firme, con la raccolta già iniziata. Oltretutto quell’alleanza nasceva contro governi che per anni ci hanno costretti a subire politiche neonaziste, di privazioni di diritti e di libertà di vera aparthaid per intere categorie di persone. Non si può rischiare di mandare all’aria l’intero fronte di opposizione a quel sistema a pochi giorni dalla consegna delle firme per qualche candidato (incensurato) che avrebbe fatto parte in passato di Casapound.
Gli altri partiti vi accusano di non esservi voluti unire. Cosa c’è di vero?
Partiamo dal presupposto che ci stanno accusando di tutto e del contrario di tutto.
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