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Sfidò gli imperialisti per riscattare i sud del mondo. A cura di Francesco Amodeo

 

Che cos’è il neoliberismo? Quando è nato? Chi sono i fautori di questa assurda dottrina economica e sociale? Qual è il progetto di ordine mondiale che gli imperialisti vogliono imporre al mondo? Come ci sono riusciti? Chi sono i popoli che si sono sollevati? Quali sono gli unici casi in cui c’è stata una reale opposizione a questo piano di conquista? Che fine hanno fatto i leader che hanno provato ad organizzare la resistenza? Perché alcune rivoluzioni in nome dei popoli hanno fallito? Cosa andrebbe ripreso di quei progetti rivoluzionari e cosa andrebbe definitivamente accantonato? Chi sono gli uomini che hanno compromesso la propria carriera e la propria vita in maniera incondizionata, per opporsi al piano degli imperialisti? Abbiamo le prove di come abbiano agito per punire i dissidenti? Cosa possiamo fare oggi?

 

Non avrei mai pensato fosse possibile scrivere un libro di oltre 400 pagine su Diego Armando Maradona senza dedicare neanche un capitolo alle sue gesta calcistiche.
Non avrei mai pensato fosse possibile parlare di riscatto dei Sud del mondo; raccontare le politiche antimperialiste dei leader rivoluzionari; introdurre il progetto di ordine mondiale che gli apparati statunitensi vorrebbero imporre al mondo, ripercorrendo alcune tappe della storia di Maradona. Né avrei pensato possibile analizzare le operazioni militari clandestine, volute dagli Stati Uniti e dalla CIA per fermare le rivoluzioni socialiste e i loro sostenitori; trovare il filo conduttore unico che legava l’Italia al Sudamerica, rimanendo nel contesto della vita di Diego.

Non avrei mai pensato di essere in grado di tracciare i contorni di chi avrebbe potuto imporre il diktat di boicottare
la sua carriera.
Non avrei mai creduto potesse essere possibile completare un lavoro del genere fino a quando non mi sono imbattuto “per caso” mentre lavoravo ai temi delle mie inchieste, nel DIegO Rivoluzionario.

Dopo le mie due inchieste La Matrix Europea ed  Il Cartello Finanziario, mi mancava il terzo tassello.
Provare a capire se il progetto degli apparati americani, di un nuovo ordine mondiale, unipolare e interamente guidato dalle oligarchie statunitensi (sarebbe meglio definirle apolidi), che non aveva trovato opposizione in Europa, avesse invece incontrato, sul proprio cammino, una degna opposizione da parte di altri popoli. Questa ricerca non poteva che condurmi a Cuba e in Sudamerica. Quella parte dell’emisfero che gli apparati del nord e la Cia definivano «il loro cortile di casa» e da dove, invece, furono spesso sbattuti fuori in malo modo con l’arrivo di leader rivoluzionari al potere.

Come si erano comportati i conquistatori contro quelli che si erano immolati alla causa antimperialista? Come avevano reagito contro quei popoli che si erano dimostrati pronti a morire di dittature, di embarghi, di stenti, pur di non cedere di un passo all’imperialismo americano e alla sua dottrina neoliberista? Sentivo il bisogno di chiudere il cerchio, facendo luce sulle conseguenze subite da quei popoli e da quei leader che si erano sollevati contro i colonizzatori a stelle e strisce, conseguendo anche significative vittorie.
In questo viaggio tra gli oppositori dell’imperialismo, del globalismo, del neoliberismo, tra embarghi, colpi di stato, rivoluzioni e tentativi di riscattare i popoli, mi sono imbattuto per la prima volta nel DIegO Rivoluzionario ed ho capito che i suoi nemici erano proprio i protagonisti delle mie precedenti inchieste e di quelle a cui stavo lavorando ai tempi de “Il Cartello finanziario”.

Non potevo credere ai miei occhi ogni qual volta il nome di Maradona emergeva da file riservati, perché finito nel mirino del Dipartimento di Stato USA, o quando leggevo le sue gesta politiche narrate nei documenti dei grandi leader rivoluzionari del ventunesimo secolo. Chi poteva immaginarlo? Diego Maradona, da sempre sotto la lente dei media per qualsiasi gesto compisse in pubblico o in privato; costretto a sparare con una pistola a piombini contro i giornalisti per avere un attimo di privacy, aveva realizzato decine di azioni in favore della causa
rivoluzionaria e antimperialista e nessuno ce le aveva debitamente raccontate.

Questa inchiesta racconta scenari che hanno in tutti i modi cercato di tenere nascosti. È un racconto rischioso, me ne rendo conto, ma narrare il DIegO Rivoluzionario significa rendere giustizia alla verità della sua vita, nel bene e nel male. Significa far capire al mondo chi è stato al di fuori del calcio e cosa, soprattutto attraverso il calcio, ha invece pagato. Significa fare in modo che tutti abbiano finalmente gli strumenti per capire che l’immagine distorta che hanno spesso provato a dare di lui, era dettata dalla necessità di sabotarne il percorso. E questo succede per Maradona come succede con chiunque altro osi sfidare certi poteri. Maradona è un esempio lampante, di lui pareva ci avessero raccontato davvero tutto, invece il lettore si troverà per la prima volta di fronte a certe clamorose realtà. La sua figura è emblematica della censura che subiscono certi temi, degli ostacoli che trovano coloro che provano ad opporsi all’imperialismo, al neoliberismo, al potere delle oligarchie, al pensiero unico, all’agenda del nuovo ordine mondiale. In questa inchiesta apparentemente sto rendendo giustizia a Maradona ma la realtà
è che Diego Maradona sta rendendo giustizia alla causa di tutti quelli che sono vittime di censure continue. Grazie a Maradona sto dimostrando al mondo che ci sono cose che i media non ci diranno mai; ci sono versioni dei fatti che sui giornali non leggeremo mai; immagini che in TV non vedremo mai. Perché esiste un pensiero unico dominante e tutto ciò che lo mette in discussione deve essere archiviato, derubricato, oscurato, osteggiato.

La vita del DIegO Rivoluzionario è l’esempio più efficace che io potessi trovare per farvi toccare con mano la censura, che personaggi molto meno noti di Maradona, sulle medesime battaglie, devono subire ogni giorno. Mi darete atto che, se sono riusciti a nascondervi la verità di un uomo che viveva in una sorta di Grande Fratello, continuamente inseguito e circondato dalle telecamere, allora possono riuscirci con chiunque. Quelle telecamere e quelle immagini sono, infatti, evaporate quando avrebbero dovuto raccontare qualcosa che i burattinai dei media non volevano che venisse raccontato. Questo è il miracolo di potervi dimostrare certe cose rendendo al tempo stesso giustizia ad uno degli uomini più famosi ma peggio raccontati al mondo.

In questa inchiesta verranno spesso narrate le gesta di Diego al fianco di personaggi considerati dittatori dai media occidentali e di conseguenza anche da gran parte dell’opinione pubblica che
non usa informarsi attraverso fonti alternative a quelle proposte dal mainstream. Per alcuni leader citati, quella definizione non ha alcuna attinenza con la realtà ma è il solo frutto della propaganda mediatica imposta dal pensiero unico. Per altri invece quella definizione è più realistica a causa di scelte politiche che hanno reso i loro paesi meno democratici. Gli estremismi non vanno mai assecondati, anche se alcuni dei personaggi più radicali tra quelli citati sono stati spesso indotti ad intraprendere misure estreme per non capitolare, misure che nel contesto dei
paesi europei possono apparire inaccettabili, ma che in quegli specifici contesti sono state inevitabili per contrastare le infiltrazioni dell’imperialismo dominante e la diffusione della sua dottrina neoliberista. Non dobbiamo fare l’errore di equiparare la realtà italiana a quella di alcuni paesi del Sudamerica o dei Caraibi. I leader politici e le loro azioni andrebbero sempre contestualizzati, evitando paragoni con realtà diverse. Per questo motivo, nel libro non darò un giudizio politico degli eventi e dei personaggi narrati.

Questa è una inchiesta giornalistica su Diego Armando Maradona e come tale deve raccontare fatti su di lui che altri non hanno raccontato, con un focus particolare su quelle azioni che hanno coinvolto il rivoluzionario che era in Diego, in modo che il lettore potrà toccare con mano la sua volontà di dedicare la vita al riscatto dei popoli a cui sentiva di appartenere. Alcuni dei leader a cui ha associato il suo nome potrebbero non piacervi come potrebbero non piacere a me, ma ciò non toglie che quello che ha ispirato Diego nelle sue battaglie è stata pura e
sincera voglia di dare voce agli oppressi. E lo faceva appoggiando chiunque vedesse schierato contro gli oppressori. Ha spesso seguito la regola “il nemico del mio nemico è un mio amico” senza andare troppo a fondo sulle conseguenze politiche e sociali delle scelte dei leader socialisti e rivoluzionari che decideva di appoggiare. Non era questo il suo compito. Diego doveva trasmettere valori di uguaglianza, di voglia di riscatto, di rispetto della dignità dei popoli e della loro autodeterminazione.
Non era responsabile di programmi politici e scelte di governo che potessero avere una diretta ripercussione sulla popolazione come quelle dei leader che sosteneva. Questa inchiesta non intende essere schierata politicamente. Questa inchiesta vuol dimostrare quanto Diego Maradona abbia pagato per le sue scelte politiche, per le sue azioni in favore dei popoli, per essere stato un cane da guardia contro i poteri forti. Per non essersi piegato, per non essere sceso a compromessi. Perché tutta la vita di Diego sarà condizionata dalle sue posizioni politiche. Non ha
avuto nulla da guadagnare dal suo impegno sociale, politico e dalla sua coerenza. Ha avuto tutto da perdere. E gli hanno fatto perdere tutto. È giusto che il mondo lo sappia. Come è giusto che il mondo sappia che i media sono stati attenti a mostrarvi ogni chilo in più che appesantiva il suo corpo e ogni minima e sospetta dilatazione della sua pupilla. Ma allo stesso tempo si sono totalmente “dimenticati” di farvi conoscere le gesta epiche del DIegO Rivoluzionario. Probabilmente scoprirete che non eravate a conoscenza del 90% delle cose riportate in questa inchiesta, nonostante riguardassero uno degli uomini più famosi e più spiati del mondo.

So che molti mi punteranno il dito contro: “e però Fidel… e però Maduro… e però la vita a Cuba… la vita in Venezuela” e non posso darvi torto. Anche alcune rivoluzioni vinte alla fine hanno fallito, schiacciate dalle ritorsioni degli Stati Uniti e del resto del mondo allineato al Washington Consensus. Ma le rivoluzioni bisogna giudicarle a distanza di generazioni, per l’impatto che avranno avuto nel forgiare il corso della storia. Se le giudichiamo sulle conseguenze patite sulla pelle dei popoli che le hanno attraversate, allora non c’è rivoluzione che possa
considerarsi vincente. Per questo difficilmente riusciamo a capire le scelte di chi, per condurre quella lotta, ha dovuto subire embarghi, sanzioni, attacchi speculativi, tentativi di golpe, che hanno impoverito i popoli, ostacolando ogni tipo di sviluppo, di crescita e costringendo i governanti a comprimere drasticamente i diritti dei cittadini. Tutto questo perché in guerra purtroppo non c’è democrazia. Non ci può essere. La democrazia può e deve essere l’obiettivo per cui combattere.
Può essere una missione. Ma se il suo raggiungimento, la sua consacrazione, ti costringe ad affrontare una guerra, non per forza militare, se ti trascina in trincea, non puoi pensare di combatterla con metodi democratici. Molti leader sudamericani e non solo hanno dovuto fare i conti con questa realtà ed il fatto che abbiano scelto di continuare nella lotta, pur sapendo di non avere i mezzi per vincerla, piuttosto che cercare un compromesso, ha costretto i loro popoli a pagarne indicibili conseguenze.
L’alternativa era cedere agli imperialisti. Molti dei beniamini di Diego non hanno accettato lo status di colonia, costringendo spesso i propri popoli a subire condizioni di vita anche peggiori rispetto a quelle che avrebbero subito se avessero ceduto ai colonizzatori. Ma questo è un discorso che entra nel merito del giudizio politico che non può e non deve essere oggetto di questa inchiesta.

Questo libro narra le gesta del DIegO Rivoluzionario. Quello che invece, come vedrete, ha sempre e solo messo
il benessere di quei popoli al centro.

Tratto dall’introduzione dell’inchiesta IL DIegO Rivoluzionario

Autore Francesco Amodeo

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